Location: Archivio di Stato di Pisa
Sub-Location: Corporazioni Religiose Soppresse da Pietro Leopoldo, 1166
Type:Other text
Language:Italian
Transcription Author: Diane Cole Ahl
Published: yes
Publication Details: D. Ahl Cole, 'Benozzo Gozzoli', New Haven-London, 1996, pp. 277-279 (previously in Z. Bicchierai, 'Alcuni documenti artistici non mai stampati', Florence, 1855, pp. 12-15)

Agreement between Benozzo di Lese and the guardians of the Confraternity of the Purification for the painting of an altarpiece, Florence.

Artist(s): Benozzo Gozzoli
Dates: 23.10.1461
Al nome di Dio. A dì 23 d'ottobre 1461 . Sia noto et manifesto a qualunque persona vedrà o udirà la presente scripta chome oggi questo soprascripto di Domenicho di Stephano linaiuolo cittadino fiorentino degnissimo et chome custode e guardiano della conpagnia et congreghatione della purificatione della Vergine Maria, la quale si rauna nella città di Firenze disopra alla chiesa di sancto Marco apresso all'orto di detta chiesa, et ad cautela in vice et nome di tutto il chorpo et persone di detta conpagnia, pel quale et per le quali promette di rato altrimenti di suo proprio observare, et di chonsentimento et volontà degli infrascripti, cioè Giovanni d' Agnolo chalzaiuolo, Francesco d' Antonio merc[i]aio et ser Piero di ser Andrea Bonci notaio fiorentino, tre operai pel chorpo di detta conpagnia, solenpnemente adsumpti, electi et diputati, sopra il fare dipignere la infrascripta tavola, alluogha et concede a Benozo di Lese dipintore, popolo di sancta Maria del Fiore di Firenze, presente et conducente, una tavola da altare di braccia..... per larghezza, et per altezza di braccia..... chon gli infrascripti pacti, cioè che detto Benozo a sue spese debbi fare ingessare et mettere d'oro diligentemente la detta tavola, cioè tucta quanta in ogni et qualunque parte d'oro fìne, et dipoi la detta tavola di sua propria mano tucta chon ogni debita diligenza dipignere in ogni et qualunque parte et di fìghure et d'ornamenti, et che nessuno altro dipintore vi si possa intromettere a dipignere in detta tavola, nè in sua predella o in alchuna parte d'essa, et che il detto Benozo sia tenuto in detto dipignere operarsi in modo che il detta dipintura exceda ogni buona dipintura infino a qui facta per detto Benozo, o almeno a quella si possa debitamente equiparare, et debba far in su la detta tavola le infrascripte fighure nel modo et forma chome appresso si dirà. Et prima nel mezo di ditta tavola la fighura di nostra Donna chon la sedia nel modo et forma et chon ornamenti chome et in similitudine della tavola dello altare maggiore di sancto Marcho di Firenze et dal lato ritto di detta tavola allato a nosta Donna la fìghura di sancto Giovanni Batista nel debito usato suo habito, et appresso a llui la fighura di sancto Zanobi chol suo ornamento pontifiìcale, et di poi la fighura di sancto Girolamo ginochioni chol suo debito et usato omamento, et dal lato sinistro gl' infrascripti sancti cioè loro fighure; in prima, allato a nostra Donna la fighura di sancto Piero et appresso allui qulella di santo Domenicho, et dipoi a presso a santo