Location: Shearman deriva il testo da Pungileoni, "Elogio storico di Timoteo Viti da Urbino, pp. 158-60.
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Type:Personal Letter
Language:Italian/Latin
Transcription Author: John Shearman
Published: yes
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Raffaello scrive allo zio Simone Ciarla raccontandogli i suoi impegni a Roma.

Artist(s): Raphael
Dates: 1.7.1514
Al mio carissimo zio Simone di Battista di Ciarle da [sic] in Urbino. Carissimo in locho de patre. Ho ricevuto una vostra, a me carisima per intendare che voi non site corociato con mecho, ché in vero averiste torto, considerando quanto è fastidioso lo scrivere quando non importa. Adesso importandomi ve rispondo per dirvi intieramente quanto io posso fare ad intendare. Prima circa a tor don[n]a, ve rispondo che quella che voi mi volisti dare prima, ne son contentissimo, e ringratione Dio del continuo, di non haver tolta né quella né altra, et in questo son stato più savio di voi, che me la volevi dare. Son certo che adesso lo conoscete ancora voi, ch'io non saria in locho dove io son, ché fin in questo di mi trovo havere roba in Roma per tre mila ducati d'oro, e d'entrata cinquanta scudi d'oro, perché la Santità di N. S. mi ha dato, perché io attenda alla fabrica de Santo Petro, trecento ducati d'oro di provisione, li quali non mi sono mai per mancare sinché io vivo, e son certo haveme degl'altri. E poi sono pagato di quello io lavoro quanto mi pare a me, et ho cominciato un'altra stantia per S. S.tà a dipignare che montarà mille ducento ducati d'oro, sì che, carissimo zio, vi fò honore a voi et a tutti li parenti et alla patria, ma non resta che sempre non vi habbia in mezo al chore, e quando vi sento nominare, che non mi paia di sentir nominare un mio patre. E non vi lamentate di me, che non vi scrivo, ch'io me haveria a lamentare di voi, che tutto il di havete la penna in mano e mettite sei mesi da una lettera e l'altra, ma pure con tutto questo non mi farite corociare con voi, come voi fate con mecho a torto. Sono uscito da proposito della moglie, ma per ritornare vi rispondo, che voi sapete che Santa Maria in Portico me vol dare una sua parente, e con licenza del zio prete e vostra li promesi di fare quanto sua R.ma Signoria voleva. Non posso mancar di fede, simo più che mai alle strette, e presto vi avvisarò del tutto. Habiate patienza che questa cosa si risolva così bona, e poi farò, non si facendo questa, quello voi vorite. E sapia che se Francesco Buffa ha delli partiti che ancor io ne ho, ch'io trovo in Roma una mamola bella, secondo ho inteso di bonissima fama lei e li loro, che mi vol dare tre mila scudi d'oro in docta, e sono in casa in Roma che vale più cento ducati quì che ducento là, siatene certo. Circa a star in Roma: non posso star altrove più per tempo alcuno, per amore della fabrica di Santo Petro, ché sono in locho di Bramante. Ma quallocho è più degno al mondo che Roma, qual impresa è più degna di Santo Petro, ch'è il primo tempio del mondo, e che questa è la più gran fabrica che sia mai vista, ché montarà più d'un millione d'oro? E sapiate che 'l Papa ha deputato di spendare sessanta mila ducati l'anno per questa fabrica, e non pensa mai altro. Mi ha dato un compagno frate doctissimo, e vecchio de più d'octant'anni, e 'l Papa vede che 'l puol vivere pocho; ha risoluto S. Santità darmelo per compagno, ch'è huomo di gran riputatione, sapientissimo, accioch'io possa imparare se ha alcun bello secreto in architectura, acciò io diventa perfettissimo in quest'arte; ha nome fra' Giocondo; et onni di il Papa ce manda a chiamare, e ragiona un pezzo con noi di questa fabrica. Vi prego voi voliate andare al Duca e alla Duchessa e dirli questo: ché so lo haveranno chare a sentire che un loro ser[vitore] si facci honore, e racomandatimi a loro Signoria, et io del continuo a voi mi raccomando. Salutate tutti gli amici e parenti per parte mia, e massime a Ridolfo, el quale ha tanto buono amore en verso di me. Alli primo luglio 1514. El vostro Raffael pittore in Roma