Location: Biblioteca Comunale, Forli
Sub-Location: Antico fondo, Ms I/42, Li fragmenti delle croniche della Città di Forlì di Leone Cobelli copiati dal originale fedelmente de verbo ad verbum da me Carlo Marchesi nobile forlivese l’anno 1666, anno 1666
Type:Chronicle
Language:Italian
Transcription Author: Tom Henry
Published: yes
Publication Details: G. Carducci & E. Frati, Cronache Forlivesi di Leone Cobelli, dalla Fondazione della Citta sino all’anno 1498, Bologna, 1874, pp. 283-4; S. Dall’Ara & S. Togni, ‘Melozzo nei Documenti’ in ed. D. Benati, M. Natale & A. Paolucci, Melozzo da Forlì, exh. cat., Forli (S. Domenico), 2011, p. 363.

The governor of Forlì imprisons a relative of Melozzo, who is lauded as a master of perspective and for his works for Pope Sixtus IV. Melozzo comes to Forli to try to have his relative released, but fails.

Artist(s): Melozzo da Forlì
Dates: *.8.1484
Como fò mo inpiccato Spatazino. Eodem millesimo del mese d'agusto adì []. El Bonarello nostro governatore fe' pigliare dui forlovesi l'uno era chiamato Spatazino, figlio di maistro Cristovano dei Mercorali fabri, lo quale Spatazino era stato con el Tolontino in Lonbardia per balistrieri à cavallo, e ‘l Tolontino li voliva bene, l'altro si era degli Anbrosi, et era parente stretto d'un depintore illustro del conte Gerolimo [Riario] chiamato Milocio, lo quale Melocio è da Forlivio, et è uno solenno maistro in prospectiva e in ongni altra cosa de la dipentura fondato, peritissimo, e fe molte dipentorie al papa Sisto magni e belli, e fe la libraria del papa Sisto; e certo quilli così dipinte parevano vive: e tal vedendo lo illustro conte Gerolimo lo volse per suo iscodiero e gentilomo, e davagli una mangna provisione, perché la parìa de l’arte de la prospectiva e pictura, el più solenno de la Talia, e si lo chiamava Melancio per el nome de lo antico. Hor como volse fortuna el dicto Melocio era venuto a Forlivio à visitare la sua brigada li fò dicto como el Bonarello governatore forlovese avea facto pigliare un suo parente degli Anbrosi, subito el dicto Melocio andò a corte. El Bonarello le fè festa e bona acogliencia perché era familiaro del illustro conte Gerolimo; e stando cossì un po' el dicto Melocio li dimandò de gracia lo parente suo. El Bonarello respose e disse: “Hò Milocio, io delibero appicare questo ghiottono di Spatazino per amor de Zan Francesco da Tolontino, lo quale etc.”. Al hora Milocio disse: “Che avemo nui a fare de Spatacino? Datice el nostro”.