Location: Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana
Sub-Location: MS Vat. lat. 8204 (MS B)
  • 81
    recto
Type:Other text
Language:Italian/Latin
Transcription Author: John Shearman
Published: yes
Publication Details: The document was first discovered by J. Shearman,' Castiglione’s portrait of Raphael', in 'Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz', 38, 1994, pp. 73-74; the present transcription is taken from J. Shearman, “ Raphael in early modern sources”, I, Yale University in association with the Bibliotheca Hertziana Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte, New Haven and London 2003, pp. 274-75.
Notes: With inserts.

Baldassarre Castiglione, in a draft of the 'Cortegiano', quotes Raphael in a comparison between painting and sculpture.

Artist(s): Raphael
Dates: *.1516
[Conte Lodovico Canossa] [...] benché diversa sia la pittura dalla statuaria, pur l’una e l’altra da un’ medemo fonte, che è il buon’ disegno, nascono. Però come le statue sono divine, così anchor credere si può che le pitture fossero e tanto più, quanto che di maggior’ artificio capaci sono. E come più capaci dell’artificio, respose messer [spazio]: non credete voi che la statuaria sia e di più faticha e di più arte e dignità che non è la pittura? Non credo io già, respose el Conte, excetto che per essere le statue più durabili si potrebbe forsi dire che fossero di più dignità, perché essendo fatte per memoria sodisfanno più a quello effetto per che son fatte che la pittura. Ma oltre alla memoria sono anchor e la pittura e la statuaria fatte per ornare, et in questo la pittura è molto superiore, la qual, se non è diuturna tanto come la statuaria, e però molto longeva (per dir così) e tanto che dura, è assai piu vaga. Respose alhor messer [spazio]: credo io veramente che voi parliate contra quello che avete in animo, e ciò tutto fate in gratia del vostro Raphaello. E forsi anchor parvi che la excellentia, che voi cognoscete in esso della pittura, sia tanto supprema che la marmoria non possi giognere a quel grado. Ma considerate che questa è laude di uno artefice, e non dell’arte; né difetto è della marmoria se in essa non se ritrova così excellente mastro come è Raphaello nella pittura. Doppoi soggionse: a me pare bene che l’una e l’altra sia una artificiosa imitatione di Natura. Ma non scio come potiati dire che più non sia imitato il vero, e quello proprio che fa la Natura in una figura di marmo o di bronzo, nella quale sono le membra tutte tonde, formate e misurate come la Natura le fa, che in una tavola, nella quale non si vede altro che la superficie e quei colori che ingannano gli ochii. Né mi direte già che più propinquo al vero non sia l’essere che l’apparere. Istimo poi che la marmoria sia più difficile, perché se un’errore vi vien’ fatto non si può più correggere, ché ‘l marmo non se ritacca, ma bisogna rifare un’altra figura; il che nella pittura non accade, ché mille volte si può mutare e giognervi e sminuirvi, megliorandola sempre. Disse el Conte: voi dite vero che l’una e l’altra è imitatione della Natura [...].