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Magnifice Eques carissime noster. Conoscendo noi il bonissimo ingegno che ha m[aest]ro Lorenzo Leombruno nostro pictore, e vedendo alle opere sue quanto gran principio l’ha in l’arte che l’exercita, per il quale ce fa sperare che presto l’habbi a reuscire excellente in tal mestiero, havemo deliberato non mancarli in cosa alcuna perché il pervenga alla perfectione sperata, perché serà anche honore nostro e di questa nostra patria; e per tanto estimando noi che il venire a Roma gli possi giovare assai, perché lì potrà vedere de le cose assai da imitare, lo havemo persuaso a questo, et have[mo]li dato il modo di venirve e starli qualche dì. E piacene [che‘l] sia mentre voi ve ritrovati lì. Esso m[aest]ro Lorenzo dunque, presente exhibitore, se ne viene lì, al quale volemo che dati adito et introductione a vedere quelle cose antiche e moderne belle di Roma, e tra le altre le opere di Michel Angelo e quelle del già Raphaele da Urbino e quelle altre che al iudicio vostro sono excellenti, accioché ‘l retorni ben instrutto e pieno di cose da imitare. Bene valete. Mantue, x martii M. D. XXI

Federico Gonzaga, in Mantua, writes to Baldassarre Castiglione, in Rome: in his letter he provides an introduction for Lorenzo Leonbruno, who is to be helped in his study of the works of Michelangelo and Raphael.