Location: Venezia, Biblioteca Marciana
Sub-Location: MS Ital. VII.256 (9243)
  • 245
    recto
Type:Personal Letter
Language:Italian
Transcription Author: John Shearman
Published: yes
Publication Details: Michiel/Morelli, 'Notizia d'opere di disegno inla prima metà del secolo XVI, esistenti in Padova, Cremona, Milan, Pavia, Bergamo, Crema and Venezia scritta da un anonimo', ed. Jacopo Morelli, Bassano 1800, pp. 210-12; the present transcription is taken from J. Shearman, “ Raphael in early modern sources”, I, Yale University in association with the Bibliotheca Hertziana Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte, New Haven and London 2003, pp. 581-83.
Notes: The document appears on the following folios: 245r-v.

Marcantonio Michiel, in Rome, writes to Antonio di Marsilio, in Venice, reporting details of Raphael's death.

Artist(s): Raphael
Dates: 11.4.1520
Sumario di una littera di Ser Marco Antonio Michiel de Ser Vetor datum Romae a dì xi april 1520 .drizata ad Antonio di Marsilio in Venetia. [. . .] Il Venerdì Santo, di notte, venendo il Sabato, a hore 3 morse il gentilissimo et excellentissimo pittore Raphaelo di Urbino con universal dolore de tutti e maximamente de li docti, per li quali più che per altrui, benché ancora per li pictori et architecti. El stendeva in un libro, sicome Ptholomeo ha isteso il mondo, gli edificii antiqui di Roma, mostrando sì chiaramente le proportioni, forme et ornamenti loro, che averlo veduto harìa iscusato ad ogniuno haver veduta Roma antiqua; e già havea fornita la prima regione. Né mostrava solamente le piante delli edifficii et il sito, il che con grandissima faticha et industria de le ruine sana raccolto, ma ancora le facia, cum li ornamenti quanto da Vitruvio e dalla ragione de la architectura e da le istorie antiche, ove le ruine non le rintenevano, havea appreso, expresissimamente designava. Ora sì bella e lodevole impresa ha interotto morte, havendosi invidiosa rapito il mastro giovine di anni 34, e nel suo istesso giorno natale. Il Pontifice istesso ne hauto ismisurato dolore; e nelli xv giorni che è stato infermo, ha mandato a visitarlo e confortarlo ben 6 fiate. Pensate che debiano havere fatto gli altri. E perché il palazo dil Pontifice questi giorni ha manazato [corretto: minazato] ruina talmente che Sua Santità se n’è ito a stare nelle stanze de Monsignor de’ Cibo, sono di quelli che dicono che non il peso delli portici sopraposti è stata di questo cagione, ma per fare prodigio che ‘l suo ornatore havea a manchare. Et invero è manchato uno excelente suo pare, e dil cui manchare ogni gentil spirito si debia dolere e ramaricare, non solamente con semplice e temporane voci, ma anchora con acurate e perpetue compositioni, come, se non m’ingano, già preparano di fare questi compositori largamente. Dicesi che ha lassato ducati 16 milia, tra quali 5000 in contati, da essere distribuiti, per la magiore parte, a’ suoi amici e servitori; e la casa, che già fu di Bramante, che egli comprò per ducati 3000, ha lassata al Cardenal de Santa Maria im Portico; et è stato sepolto a la Rotonda, ove fu portato honoratamente. L’anima sua indubbitamente se n’è ita a contemplare quelle celesti fabriche che non patiscono oppositione alquna, ma la memoria et il nome restarà qui giù in terra e nello pensiero e nelle menti degli huomeni dabene longamente. Molto menor danno, al mio giuditio, benché altramente par al volgo, ha sentito il mondo de la morte de Misser Agustino Gisi, che questa notte passata è mancato, di cui poco vi scrivo perché ancora non intendo quel e quanto habbia ordinato. [. . .] Dicesi Michiel Agnolo esser amalato a Fiorenza. Ditte adunque al nostro Catena che se guardi, poiché ‘l tocha a li excelenti pittori. Idio cum voi. In Roma.