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[...] Apresso ritrovate Raphael da Urbino, e domandategli quello che à fatto de l’opera che ‘l ci devea fare; e se non ne cavate più di quello che habbiate fatto per il passato, ditegli come da voi che esso pensi bene quello che possa importare a dare parole ad un par nostro, e mostrare di non ci stimar più che un vil piebeio, havendoci ditto tante volte le bugie, e che credete che alla fine noi ce ne habbiamo mo[do] a sdegnare; et avisateci che resposta v’haverà fatto. Di poi parlate col Rev.mo S.or Car.le Cibo e raccommandateci a S. S. e ditele che le ricordamo la promission che ne fece de operare che ‘l detto Raphael forniria presto la pictura nostra, e che pregamo S. S. che sia contenta fare che esso Raphael non ci dia più longhe, overo che chiaramente sappiamo di non havere ad expectare detta pictura da lui, perché provederemo di farla fare ad altri, per compire lo nostro camerino che solo per questa resta imperfetto. [...]

Alfonso d'Este writes to Alfonso Paolucci angered by Raphael's behaviour, who seems not to have kept his word regarding the works promised to the Duke.