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[...] Ill.ma Madama: In Roma evi un giovene de 20 anni, fiorentino, qual’è in arte de pictura sotto l’opre de Michelangelo; s’è fato tanto grande, che ogniuno che se intende de tal arte se maraviglia che in quella etade sia tanta sufficientia. E perché Raphaello cognosce quanto è per reuscire, lo tiene basso, in modo che havendo pigliato io sua amititia, l’ho persuaso a volere andar fuor di Roma, per farse conoscere. Esso m’ha promesso che finite alchune cose ha ne le mano, che serà a k[a]lende de giugno, che ogni modo vole andar fuori; donde ch’io ho pensato che se V. Ex.tia volesse far dipingere di Porto, como meritarebbe quel loco, io lo inviarò, e serà cosa de pochi giorni, e de mancho spessa, perché se contentarà cum pocha cosa. La professione del ditto giovene è de dipingere a fresco sopra mura, overo a tempra, non havendosi usato a colorire ad olio. Nondimeno tanto è grande el disegno suo, che tutto farà bene, purch’el se exerciti. Io gli fazo fare uno quadro colorito avolio, per mandarlo a V. Ex.tia acciò quella iudichi l’arte sua quanto è grande, in quella età de xx anni. [...]

Pandolfo Pico, in Rome, writes to Isabella d'Este, in Mantua, talking to her about a florentine artist, a follower of Michelangelo who has been discouraged by Raphael and is thus looking for work outside of Rome. He could work well and economically for the Marchioness.