Location: Archivio di Stato, Siena
Sub-Location: Concistoro, 2053, Carteggio, 35
Type:Personal Letter
Language:Italian/Latin
Transcription Author: Gaetano Milanesi
Published: yes
Publication Details: Published by G. Milanesi, Documenti per la storia dell’arte senese, Siena, 1854, II, pp. 400-402, doc. 277.

Letter of justification from Francesco di Giorgio to the Signoria of Siena, Urbino.

Artist(s): Francesco di Giorgio
Dates: 7.9.1483
Magnifici et excelsi Signori mei, io ho inteso una cosa che da una parte non mi porìa più dispiacere, per intendere che el basti l'animo ad uno d'esser tanto maligno che el voglia calunniare a torto una tanta innocentia quanta è la mia, da l'altra parte io ne so' contento, che volendomi male ello se faccia cognoscere per cativo da le Signorie Vostre sapientissime. Et questo non porìa essere più a mio proposito né saperìa dimandare da Dio più iusta vendetta. Questo ho dicto perchè io ho inteso che uno pocho savio et mancho bono ha hauto ad dire et preporre innanze a le Signorie Vostre che io ho facto non so che desegno de roccha per testa inclita città et patria mia. El che non se trovarà mai, et se non fusse che io mi contento in questa mia scusa de fare cognoscere la temerità sua, io me vergognerìa de farla, perchè io credo che la vita mia per el passato sia stata tale che ogn'homo ha possuto conprehendere che tutti li mei penseri siano stati, quanto le facultà mia se sonno extese, de exaltare et de non repriemere la patria mia. Et non credo né in questo né in altro havere mai reportato vergogna a casa, ma honore sì, quanto se recercha ad uno mio paro. Et per dire breve, io me offero a le Signorie Vostre, se questo se trova con verità, de volere spontaneamente portare ogni supplicio, come recercarìa tal delicto. Né mai ce pensai, né mai me ne fu parlato, nè credo che homo vivente, cognoscendomi, havesse hauta audatia de parlarmine. Et de questo ne voglio stare ad ogni paragone. Bene supplicarìa le Signorie Vostre che, trovato el vero, se degnassero punire el cativo. Nientedimeno di questo io non voglio altro che quello che piace a le Signorie Vostre et perdonare le ingiurie, se quelle me lo comandano. Et se gli è intrato suspetto che io habbia a cercare luocho che lui desiderasse, le Signorie Vostre sanno che lui ha torto, perchè io non l'ho cercato et de la sorte mia io mi acontento et sto in luocho et apresso a chi non ama mancho la patria mia che le cose sue proprie. Ben sono obligato et voglio essere a chi ne havesse parlato, per haverli io rechiesti. Recomandomi a le Signorie Vostre, le quali non dubito, come sapientissime, vedendo tanta iniquità et insidie contra di me, più presto acresceranno la gratia loro verso me che altramenti et terranno el calunniatore per homo cativo et da pocho, come ello è. Urbini, VII septembris 1483. Magnifice et Excelse Dominationis Vestre servitor Franciscus Georgii de Senis.